In una mossa che ha destato clamore, l'organismo di controllo elvetico sui prezzi ha intimato a Booking.com di rivedere al ribasso le commissioni applicate agli hotel svizzeri, parliamo di un taglio del 25%. L'autorità ha giudicato "eccessive" le tariffe praticate finora. Questa decisione, che mira a dare una spinta alla competitività del settore alberghiero svizzero, ha innescato un vivace dibattito sul ruolo delle agenzie di viaggio online (OTA) nel panorama turistico mondiale. Booking.com ha già annunciato il ricorso, mentre altre autorità di regolamentazione tengono d'occhio le mosse della piattaforma. La vicenda potrebbe avere ripercussioni significative per l'intero comparto viaggi.
Un colpo alle commissioni di Booking.com
L'autorità di vigilanza svizzera sui prezzi, ente indipendente parte del Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DFEG), ha motivato la sentenza facendo riferimento alla Legge sulla vigilanza dei prezzi, il cui scopo è limitare i prezzi eccessivi non giustificati da un'effettiva concorrenza. La decisione è arrivata in seguito al fallimento delle trattative tra Booking.com e gli albergatori svizzeri. L'autorità di regolamentazione ha definito la misura "necessaria" per alleggerire la pressione finanziaria sugli hotel e, di conseguenza, sui clienti. Booking.com dovrà applicare la riduzione del 25% delle commissioni entro tre mesi dal momento in cui la sentenza diventerà esecutiva e dovrà rispettarla per tre anni. L'azienda ha 30 giorni di tempo per presentare ricorso al Tribunale amministrativo federale.
L'autorità ha sottolineato che commissioni inferiori potranno migliorare la competitività degli hotel svizzeri in un mercato globale tutt'altro che semplice. "La misura punta a rafforzare la competitività degli hotel svizzeri in un mercato globale difficile e, indirettamente, a diminuire l'onere finanziario per i clienti", ha affermato l'autorità. Per un settore che, specie per le strutture più piccole, fa affidamento su piattaforme come Booking.com per ottenere visibilità a livello globale, la sentenza accoglie una lamentela di lunga data riguardo alle commissioni elevate, che spesso superano il 15%.
Risposta e ricorso di Booking.com
Booking.com, figura di spicco nel mercato delle OTA, ha subito espresso il proprio dissenso rispetto alla sentenza, confermando l'intenzione di presentare ricorso. Un portavoce ha sostenuto che la presenza sulla piattaforma è una scelta, lasciando agli hotel la libertà di promuovere le proprie strutture anche altrove. "I nostri partner hanno a disposizione svariati modi per pubblicizzare le loro strutture, quindi possono decidere se essere presenti sulla nostra piattaforma o meno. Non siamo d'accordo con una riduzione forzata del costo di un prodotto che è totalmente facoltativo", ha dichiarato il portavoce. La posizione dell'azienda evidenzia la tensione tra le OTA e gli hotel: le piattaforme difendono il proprio ruolo nel generare prenotazioni, mentre gli albergatori lamentano il peso finanziario delle commissioni.
Un più ampio focus normativo
La sentenza svizzera è solo l'ultima di una serie di sfide normative per Booking.com. Nel maggio 2024, la Commissione europea ha classificato l'OTA come "gatekeeper" online ai sensi del Digital Markets Act, obbligando Booking.com ad eliminare entro novembre i requisiti di parità – clausole che impongono agli hotel di offrire sulla piattaforma tariffe uguali o migliori rispetto ad altri siti. A luglio, le autorità di regolamentazione spagnole hanno inflitto a Booking.com una multa di 413,24 milioni di euro per abuso di posizione dominante nell'arco di cinque anni, citando condizioni commerciali inique per gli hotel spagnoli e restrizioni alla concorrenza da parte di altre OTA. Queste azioni indicano un crescente controllo sul potere di mercato e sulle pratiche tariffarie di Booking.com in tutta Europa.
La Prospettiva del Settore Alberghiero
Gli hotel svizzeri, soprattutto quelli più piccoli, dipendono molto dalle OTA per la propria presenza globale. Jürg Stettler, direttore dell'Istituto per il Turismo e la Mobilità presso l'Università… Ecco una versione rimaneggiata del testo fornito:
La forte dipendenza dalle piattaforme è stata evidenziata da un esperto dell'Alta Scuola di Scienze Applicate e Arti di Lucerna, il quale ha fatto notare: "Senza piattaforme come Booking, è praticamente impossibile per gli hotel più piccoli avere una presenza globale." Tuttavia, le elevate commissioni applicate rappresentano un problema, visto che intaccano sensibilmente i margini di profitto, il che rende l'intervento regolatorio potenzialmente una boccata d'aria fresca per molti albergatori. Come Stettler ha poi aggiunto, una commissione anche solo del 15% non è una cifra da sottovalutare, ma ha un impatto tangibile sulla situazione finanziaria degli alberghi.
Diversi esponenti del settore, tra cui l'albergatore svizzero Hostettler, hanno espresso l'auspicio che questa sentenza possa fungere da precedente anche per altre OTA. "Mi auguro che questo intervento dell'autorità di controllo dei prezzi abbia un influsso positivo anche su altri portali", ha dichiarato Hostettler, lasciando intendere che piattaforme come Expedia o Airbnb potrebbero trovarsi a fronteggiare pressioni analoghe per una riduzione delle commissioni. Ad ogni modo, data la pendenza del ricorso presentato da Booking.com, eventuali effetti di più ampia portata potrebbero subire un rallentamento a causa del passaggio del caso al Tribunale Amministrativo Federale.
Implicazioni per il Settore Turistico
In particolare in mercati competitivi come quello svizzero, dove il turismo gioca un ruolo economico di primo piano, questa sentenza potrebbe effettivamente ridisegnare gli equilibri tra le OTA e gli hotel. Più precisamente, commissioni più contenute potrebbero permettere agli hotel di praticare tariffe più concorrenziali, il che andrebbe a vantaggio dei turisti. Però, se il ricorso di Booking.com dovesse avere successo, oppure se altre piattaforme dovessero resistere a iniziative simili, è plausibile che lo status quo permanga, lasciando di fatto gli hotel divisi tra la necessità di affidarsi alle OTA e l'esigenza di condizioni più eque.
La decisione pone inevitabilmente interrogativi sul futuro dei modelli di business delle OTA. Con l'aumento delle pressioni normative...